«La sicurezza aeroportuale messa a rischio da una speculazione garantita dalle amministrazioni pubbliche». Sono le parole di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo, a seguito di quanto emerso dalla trasmissione televisiva Report.Durante il programma in onda su Rai Tre, è intervenuto Vito Riggio, direttore generale Enac spiegando a proposito di Peretola: «Noi non possiamo impedire alle autonomie della città di presentare progetti che per altro abbiamo già avvisato essere in forte contrasto con la possibilità di espansione di un aeroporto che è già molto stretto, ma anche lì senza il parere dell´Enac non si potrà costruire niente, a meno che non si preferisca chiudere l´aeroporto». Ma, come noto, il cantiere è già stato aperto e su questo Riggio ha aggiunto: «Noi abbiamo fatto presente che il codice della navigazione è in funzione, quindi chiunque abbia cantierato prima che sia stato completato lo studio sul rischio lo ha fatto a proprio rischio e pericolo dal punto di vista anche delle responsabilità».Quali sarebbero i benefici per l'economia e l'occupazione?
c.a. Assessore Regionale al Territorio e alle Infrastrutture
Gentile dott. Riccardo Conti,
seguo da sempre con molto interesse le vicende che riguardano l’Aeroporto di Firenze.
Le confesso che la sua palese ostinazione nel respingere ogni ipotesi di sviluppo del Vespucci deprime i tanti cittadini che, come me, ritengono ormai indispensabile dotare la città di un aeroporto all’altezza delle sue reali esigenze. Mi permetto di ricordare che una recente ricerca dell’IRPET ha stimato in sei milioni di passeggeri il bacino di utenza dello scalo fiorentino e che a dispetto delle difficoltà di ogni tipo sin qui incontrate, Peretola è cresciuto in questi anni fino a raggiungere nel 2005 l’importante traguardo di 1.700.000 passeggeri.
Credo che Firenze sia rimasta ormai l’unica città internazionale priva di un aeroporto adeguato. Venezia, per certi aspetti paragonabile a Firenze, ha oggi il terzo aeroporto d’Italia dopo Milano e Roma; a Bologna e Genova le forze politiche sono da sempre impegnate per lo sviluppo degli aeroporti, e così in molte altre parti d’Italia. Perché a Firenze no?
La pista parallela all’autostrada, assieme ad un potenziamento delle infrastrutture sarebbe il modo per rendere finalmente il Vespucci un aeroporto efficiente nonostante la sua collocazione urbana.
L’attuale orientamento della pista è un nonsenso: gli aerei, ormai capienti Airbus, decollano lanciandosi verso un tratto autostradale tra i più trafficati d’Italia. L’alternativa, quando i venti lo rendono indispensabile, è quella di proiettarsi verso le pendici di Monte Morello per poi effettuare una virata che fa accapponare la pelle anche al viaggiatore più esperto.
Al minimo evento atmosferico (nebbia, vento, ecc.), i piloti sono costretti a fare rotta su altri aeroporti (Pisa, più spesso Bologna) con quello che ne consegue in termini di disagio per i viaggiatori.
La pista parallela all’autostrada permetterebbe di risolvere tutti questi problemi, garantendo decolli e atterraggi più comodi e sicuri di quegli stessi aeromobili che atterrano oggi: nessuno chiede di ritrovarsi spaventosi Jumbo a due passi dal Cupolone.
Gli aerei sorvolerebbero insediamenti industriali a quote tali da recare inquinamenti acustici nettamente inferiori a quelli attualmente sopportati dagli abitanti di Brozzi e via Pistoiese.
Firenze non sarebbe più costretta ad una anti-storica sudditanza nei confronti di Pisa peraltro ancora malamente collegata con Firenze e la Piana.
Se si eccettuano alcune dichiarazioni rilasciate nei periodi pre-elettorali, è noto che Lei si è sempre detto contrario alla realizzazione della pista parallela. Perché?
Quali sono gli “studi tecnici” su cui Lei fonda la sua posizione? Credo sarebbe interessante per tutti i cittadini conoscere le motivazioni che stanno dietro al suo “Niet”.
Immagino che la sua posizione sia basata su relazioni tecniche serie che spero vorrà finalmente rendere pubbliche senza riserve.
Cordiali saluti,
Massimo Vannini - m.vanniniNOSPAM@alice.it
«L'ACCORDO ANTI-BENETTON: UN PATTO CONTRO LO SVILUPPO DEL VESPUCCI»
Questo il testo dell'intervento di Enrico Bosi, consigliere comunale F.I.: «In data non sospetta (6 ottobre u.s.) scrivevo che a Peretola si preparava il ribaltone. Puntualmente, a quasi un mese di distanza, i soci pubblici hanno mostrato le loro vere intenzioni preparando il terreno al cambio della guardia che avverrà ad aprile col rinnovo del Consiglio di Amministrazione di AdF. Comprendo la soddisfazione dell'Assessore Albini che è stata la regista di quest'ultima manovra. Ma come è possibile pensare che questa nuova alleanza voglia veramente lo sviluppo di Peretola? A noi ci pare proprio il contrario, in linea con tutte le decisioni a suo tempo prese dai pubblici amministratori. Ci si riempie la bocca con la parola city airport (in italiano si dice aeroporto di terzo livello), ma si tace sulle carenze dello scalo le cui caratteristiche attuali non lo pongono neppure in questa categoria. Non esiste in Italia un aeroporto funzionante che non abbia una bretella di rullaggio, una pista così ridotta ed altre mancanze meno gravi ma ugualmente significative dello scadente stato del Vespucci, come l'odierna denuncia dei sindacati che lamentano la mancanza di elevatori e scala mobile. Dai soci pubblici mi piacerebbe sapere quali sono i loro piani di sviluppo che, come dice la Tea Albini, devono essere compatibili con il territorio. In queste condizioni il Vespucci non ha avvenire e l'unica soluzione, che sarebbe stata la pista parallela all'autostrada, anche dal punto di vista del rumore che attualmente disturba gli insediamenti abitativi, si allontana definitivamente. Difendere lo sviluppo del Vespucci non vuol dire "sposare" una cordata di azionisti contro un'altra, come ha fatto finora il Comune in modo ondivago, ma significa volere sempre e comunque il bene di Firenze e della sua economia. In questo contesto, desta stupore l'atteggiamento dell'Associazione Industriali, attualmente prona ai voleri della Regione, mentre in altri tempi, presidente Danilo de Micheli, difese giustamente gli interessi di Firenze. Sulla stessa linea d'onda la Camera di Commercio che dovrebbe pensare allo sviluppo di un'infrastruttura così importante e che invece mette il "capino sotto l'ala" per non vedere e non sentire. Il mio non deve sembrare un atteggiamento antipisano, in quanto il Galilei ha già scelto la strada delle low cost; certe collaborazioni sinergiche fra scali sono le benvenute e lo sviluppo del Vespucci non è in contrasto con questa politica. Come ho già scritto più volte Firenze e la Toscana hanno un "competitor" agguerrito nel Marconi di Bologna. L'arrivo della TAV può dare un grave colpo ai due scali toscani e principalmente al Vespucci che è, tra i due, il più debole per la mancanza di strutture adeguate e il più penalizzato dalla cecità urbanistica delle amministrazioni contermini».